L’adolescenza è una fase della vita in cui i dubbi su se stessi, gli interrogativi sulla propria identità, l’insoddisfazione per il proprio corpo, le tensioni con i genitori e con gli amici possono costituire dei momenti di transizione che in alcuni casi assumendo un peso eccessivo, provocano stati di sofferenza che si protraggono a lungo invadendo e compromettendo la serenità e la crescita del ragazzo.
L’adolescenza è un periodo di evoluzione e cambiamento ed insieme un momento critico rispetto alla direzione che prenderà il processo di costruzione della personalità che si troverà di fronte al bivio tra la possibilità di sviluppare una struttura personale solida e il rischio di un estendersi e di un amplificarsi dei punti di fragilità.
Richiedere aiuto ad uno psicologo in questo momento è un passo costoso a livello emotivo: tesi verso l’acquisizione e il riconoscimento da parte degli altri della propria indipendenza, nella necessità di prendere le distanze dai propri genitori per potersi differenziare da loro, ecco nei ragazzi, l’ambivalenza nel chiedere aiuto e nel lasciar intendere o nel mostrare il proprio stato di bisogno.
Il sostegno psicologico agli adolescenti può essere richiesto direttamente dai ragazzi, o dai genitori che si trovano a vivere o percepire segnali importanti di stati di sofferenza, tra cui ci possono essere:
- crisi rispetto alla propria identità;
- crisi rispetto al proprio progetto di vita;
- stati di isolamento, disagio nelle relazioni con i coetanei;
- sofferenze in campo amoroso;
- disagio rispetto al proprio corpo;
- dubbi sulla propria identità sessuale;
- tensioni con i genitori, rabbia;
- problemi a scuola;
- angosce, paure e ossessioni;
- pensieri e gesti autodistruttivi;
- somatizzazioni, stati di malessere fisico senza una causa organica.
Se sono i genitori che chiedono una consulenza psicologica per il figlio adolescente è possibile distinguere quattro situazioni:
- L’adolescente sa della richiesta dei genitori allo psicologo ed è d’accordo ad incontrarlo. I genitori e il ragazzo sono concordi rispetto al fatto che ci sia uno stato di crisi da valutare.
- L’adolescente sa della richiesta dei genitori allo psicologo e non è contrario ad incontrarlo anche se ritiene che non vi sia nessuna problematica di tipo psicologico che lo riguardi.
- L’adolescente non sa della richiesta dei genitori allo psicologo: i genitori dovranno parlarne, spiegandogli la loro preoccupazione.
- L’adolescente sa della richiesta dei genitori allo psicologo ma non è disponibile ad incontrarlo. Il tipo di lavoro potrà essere una prima consulenza ai genitori rispetto al loro rapporto con il figlio, considerando che nel futuro, il ragazzo potrebbe cambiare idea e decidere di partecipare agli incontri.