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L’ormone del sorriso di spegne in autunno

Rientrati dalle vacanze il vostro umore vira al triste? Il ca,biamento potrebbe dipendere anche dalle naturali fluttuazioni stagionali del cosiddetto «ormone del buon umore», cioè la serotonina, che si riduce nelle stagioni fredde. Infatti secondo uno studio pubblicato sulla rivista Archives of General Psychiatry la quantità di serotonina nel cervello segue ritmi stagionali per via del suo trasportatore cerebrale, che sequestra la serotonina ed è più abbondante nel cervello in autunno-inverno.

Gli esperti hanno studiato il cervello di 88 volontari sani di età media 33 anni con la tomografia a emissione di positroni (PET) nel corso delle stagioni e visto che in autunno-inverno aumenta la concentrazione del trasportatore di serotonina, quindi si riduce la serotonina in circolo. In primavera-estate la situazione si inverte e allora la serotonina in circolo aumenta, probabilmente aumentando il tono dell’umore. Queste fluttuazioni sono legate anche al numero di ore di luce nel corso del giorno. Queste fluttuazioni naturali del trasportatore della serotonina potrebbero davvero essere implicate, dunque, nei cambiamenti dell’umore stagionali.

Questo meccanismo potrebbe essere alla base della depressione stagionale che colpisce alcuni durante la stagione autunnale e invernale, spiegano Nicole Praschak-Rieder e Matthaeus Willeit del Centro perr le Dipendenze e la Salute Mentale dell’Università di Toronto oltre che dei più blandi cambiamenti di umore stagionali non patologici. Tutti siamo soggetti a sbalzi di umore quando si avvicendano le stagioni e, se il sole ci mette il sorriso, in inverno i ritmi rallentano e la voglia di fare estiva si riduce. Per alcuni questa però è una vera e propria malattia nota come Disturbo Affettivo Stagionale (SAD), una sindrome depressiva a ricorrenza invernale caratterizzata, oltre che da umore depresso, irritabilità, mancanza di emozioni, isolamento e apatia, da manifestazioni come eccessivo appetito e desiderio forte di mangiare cibi ad alto contenuto di carboidrati come pane, pasta e dolci, eccessivo sonno e peggioramento dei sintomi nelle ore serali. A soffrire di SAD è il 4-5% della popolazione. La malattia colpisce soprattutto le donne in età fertile (4 donne per ogni uomo).

Fonte: Corriere.it