In terapia si utilizzano vari strumenti.

Uno di questi è il collage, un lavoro che si inserisce nell’area più ampia che usa i mediatori visivi (il disegno e la fotografia) come strumenti per la conoscenza di se’, l’espressione e la consapevolezza delle proprie emozioni.

La tecnica del collage è una risorsa in Terapia: l’uso di materiale concreto da modificare manualmente e la relativa facilita’ delle operazioni di realizzazione (scelta, taglio, composizione e incollaggio), rende questa tecnica adatta trasversalmente a piu’ tipologie di persone e di contesti.

La composizione di un’opera di collage è facile e realizzabile da tutti e inoltre il suo contenuto si rivela ricco e suggestivo tanto da consentire di lavorare a fondo sui processi emotivi e percettivi di colui che lo realizza.

Il lavoro artistico nell’ambito della relazione d’aiuto, ha un significato solo soggettivo ed espressivo, per evocare una comunicazione attraverso l’emozione, che dalle immagini può trasparire per essere letta da chi ne ha interesse esclusivamente nell’ambito della relazione terapeutica.

L’uso del collage, così come degli altri mediatori artistici, è uno strumento unico e quindi particolarmente indicato nel lavoro con  coloro che sono più chiusi emotivamente come ad esempio laddove è compromessa la comunicazione verbale o le capacita’ d’introspezione per svariati motivi (timidezze, blocchi, paure, ecc).

 Il suo valore può essere esteso in parallelo al trattamento psicoterapico tradizionale che poggia sulla parola e sull’introspezione, dove all’espressione non verbale si fa seguire un setting verbale destinato all’elaborazione dei contenuti, che sono stati espressi nel prodotto (siano esse maschere, musica, canto, danza, personaggio o collage).

L’uso del collage può essere usato per conoscere meglio chi lo fa e chi lo riceve (nel caso ad esempio di uno strumento usato nella terapia di coppia), nel complesso intreccio di meccanismi di difesa ed espressione della relazione transferale che passa per l’agito, anziche’ per la parola, un agito che non e’ pero’ acting out, ma semplicemente comunicazione non verbale attraverso il sensibile.

Tra gli aspetti più interessanti del collage non vi è tanto la precisione dei rilievi o la qualita’ estetica dei lavori, quanto il grande potere immaginativo ed evocativo che viene reso dalla scelta dei diversi materiali, dalla tipologia di immagini e dalla loro particolare e unica combinazione, specchio della personalita’ dell’autore.

La composizione si muoverà nella disposizione nello spazio delle immagini, dalla sovrapposizione, dai colori, dall’inclinazione, ecc. Tutte le relazioni tra le forme si caricano di significato dinamico sottolineando i nessi strutturali tra gli elementi visivi che nel lavoro terapeutico potranno essere ripercorsi svelandone il significato profondo. Così, il collage, con la sua particolare disposizione di frammenti che formano una nuova unita’ pregna di senso e specchio della personalita’ e della modalita’ percettiva dell’autore, puo’ diventare un mezzo, per il terapeuta e il paziente, di lavorare sulle qualita’ affettive ed emotive dei bisogni messi in atto nel processo percettivo e artistico.

Il collage usato come mediatore artistico terapeutico si definisce dal fatto che, pur restando invariata la procedura tecnica e artistica di realizzazione, sono i ritagli o inserti scelti e il loro modo di combinarli insieme ad avere un valore speciale, proprio perché si tratta di immagini che riguardano da vicino, e che in qualche modo parlano, dell’autore o meglio del suo immaginario. Il foglio bianco o colorato che si sceglie e che prepara al collage diventa lo schermo su cui proiettare fantasmi, paure, ricordi, una sorta di filo d’Arianna che conduce attraverso il labirinto dell’inconscio. Esso permette di mettere in scena la fiaba interiore accedendo all’immaginario, lasciando tuttavia intatte le difese.

Il collage puo’ funzionare come una potente maschera: attraverso un’immagine ci si puo’ nascondere e permettere che essa parli in nostra vece. Si puo’ in qualche modo quindi delegare all’immagine la comunicazione di emozioni profonde senza mettersi in gioco in modo diretto, se non nel momento cruciale della sua scelta.

Compito del terapeuta sara’ infatti facilitare un dialogo immaginario sia tra il paziente e il suo collage, sia tra i frammenti che lo compongono, lasciando che essi si esprimano, che parlino di loro, che facciano richieste l’un l’altro svelando conflitti e bisogni.

In questo senso il lavoro di improvvisazione dei dialoghi fatto dai frammenti del collage e’ simile a quello che si usa nell’area teatrale, in cui la maschera del personaggio instaura quella distanza dalla persona che la indossa, ovvero che gioca il ruolo di quel personaggio, tale da poterle permettere di esprimere parti di se’ celate e silenziose.

Dal punto di vista psicologico nelle varie fasi di costruzione del collage – scelta dell’immagine, destruttrazione (taglio o strappo della figura), ri-configurazione dello scenario (che fino all’incollaggio puo’ essere riposizionato all’infinito) – e’ possibile sperimentare, ri-creare, riorganizzare, ri-configurare all’infinito nuove e diverse ambientazioni come possibili metafore di stati emotivi e di situazioni di vita.

Uno strumento terapeutico molto utile ed efficace.