Il peso e la forma fisica sono due elementi che spesso vanno di pari passo
Chi vive in conflitto con il cibo, può trovarsi intrappolato in un loop comportamentale che lo vede protagonista di una storia che tende a ripetersi: seguire una dieta restrittiva, perdere peso, ricominciare a mangiare come prima e riprendere il peso perso, quasi sempre aumentato.
Il peso oscilla su e giù in modo cronico.
Alcune ricerche dimostrano che le persone sono sempre più in sovrappeso, nonostante siano più esperte di alimentazione, leggano molti libri e seguano percorsi per essere incoraggiate e sostenute durante la dieta.
Perché ingrassare e dimagrire ciclicamente non è una questione fisica, ma dipende dalla mente, dai pensieri che facciamo e dalle emozioni che si sperimentano.
Per esempio, mangiare spinti da una intensa emozione (emotional eating) è un aspetto molto presente in questi individui, i quali tendono a mangiare se sono annoiati, arrabbiati, tristi e così via. E con il tempo si riesce sempre meno a distinguere il senso di fame dalla sazietà.
Attualmente, se una persona con questi problemi decide di farsi aiutare da uno specialista in prima battuta pensa al medico di base, al dietologo, al nutrizionista, ma tendenzialmente scarta la figura dello psicologo.
L’aspetto psicologico passa decisamente in secondo piano, mentre è un aspetto fondamentale, anche se non il solo, di questo processo.
L’organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), da tempo, ha individuato come il problema del sovrappeso e dell’obesità sia, nella maggior parte dei casi, di tipo psicologico.
Di conseguenza non si tratta solo di conoscere i principi nutritivi degli alimenti, di sapere che l’esercizio fisico è importante, ma si tratta di esplorare, per conoscere, i comportamenti legati all’atto di mangiare.
Ci si trova di fronte ad un comportamento, quello alimentare, e per questo dunque lo specialista per eccellenza è lo psicologo che può sostenere in un percorso costruito ad hoc per lavorare sul comportamento alimentare
Rivolgersi ad uno psicologo competente, aiuta la persona ad affrontare quegli ambiti della propria vita che solo apparentemente sono distanti dal problema alimentare: per esempio, si esplorano tutte quelle situazioni in cui ci si sente vittime delle situazioni, che portano a sperimentare un senso di impotenza nei confronti di ciò che accade quotidianamente; o ancora, si lavora sull’autostima: valgo quello che peso?
Attraverso un percorso di consapevolezza del modo di affrontare la vita e le situazioni che si presentano, si arriva a padroneggiare la propria vita e non a subirla. E questo processo di trasformazione pian piano coinvolgerà anche il modo di mangiare, aiuterà a distinguere il senso della fame da quello di sazietà, insegnerà a gustare ogni tipo di cibo senza più la paura di esserne sopraffatti, ridonerà la gioia di sentirsi liberi di decidere quanto e come mangiare.
Bibliografia
O.Bosello e M. Cuzzolaro (2006), Obesità e Sovrappeso, Il Mulino.
J.S. Beck (2007), Dimagrire con il metodo Beck, Erickson.