Si contraddistingue per una paura drammatica concentrata su specifiche persone, oggetti, situazioni, che di per se stessi non rappresenterebbero un pericolo reale, ma che diventano causa di un terrore paralizzante (fobia).
Il soggetto ha una piena consapevolezza del carattere irrazionale del suo panico, ma non può sottrarvisi, in quanto ogni tentativo di superarlo da luogo a crisi di ansietà esagerata. Egli è pertanto in un clima di costante attesa a mettere in atto tutta una serie di misure di evitamento della situazione, una presa di distanza che viene appunto denominata fobica.
La nevrosi fobica può essere considerata un’evoluzione della nevrosi d’ansia in quanto i meccanismi di difesa si strutturano in maniera più elaborata e rigida; l’ansia, invece di essere libera, appare legata ad un oggetto ben preciso, situato all’esterno dell’individuo.
Le fobie si distinguono in base ai loro contenuti:
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Le fobie degli oggetti. Si tratta in genere di oggetti appuntiti, quali i coltelli, aghi, forbici ecc.
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Le fobie degli animali. Sono reliquati di fobie infantili e si distinguono in fobie dei grossi animali (cani, gatti, cavalli, ecc.) che risalirebbero alla prima infanzia, e in fobie dei piccoli animali (topi, ragni, insetti, ecc.) che avrebbero origine nella seconda infanzia.
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Le fobie delle situazioni. Sono le più frequenti. Comprendono:
- L’agorafobia: paura degli spazi aperti (strade, piazze, ecc.). Tale disturbo col tempo può diventare fortemente invalidante, fino a costringere il paziente ad evitare gli spostamenti di casa se non accompagnato.
- La claustrofobia: paura degli spazi chiusi (gallerie, ascensori, ecc.).
- La fobia della folla.
- La fobia dell’oscurità.
- L’ereutofobia: paura di arrossire in pubblico.
La struttura del comportamento, indipendentemente dall’aspetto che la fobia assume, riguarda condotte di evitamento, misure di rassicurazione, che possono avere un carattere magico-cerimoniale e sfociare quindi in una modalità ossessiva, e infine in comportamenti di sfida attraverso i quali il soggetto tende, con una fuga in avanti, di rompere l’accerchiamento fobico.