Quando gli viene diagnosticato un tumore, il malato entra in un vero e proprio stato di "crisi": un drammatico "cambiamento" caratterizzato da tre momenti principali:

  • l’incontro con il problema, in cui il paziente prende consapevolezza del suo stato di malattia e dell’eventualità della propria morte; è in questa fase, così, che cambia il rapporto con se stessi e con gli altri, poiché muta la visione della vita stessa; 
  • il cambiamento dell’atteggiamento di familiari e parenti, che si mobilitano per cercare di aiutare al meglio il paziente; 
  • un’alterazione del proprio equilibrio attraverso l’individuazione di soluzioni adattive, conseguenti all’accettazione o meno della malattia.
In questo complesso alternarsi di pensieri, atteggiamenti e volontà del paziente affetto da cancro, il ruolo della psiconcologia è proprio quello di "guidare" il malato e i familiari non soltanto all’accettazione e alla "convivenza" con la malattia, ma soprattutto servirà al paziente per aumentare la stima di sé, aumentando le sue difese immunitarie e, quindi, incrementando le possibilità di successo della terapia.
Per esempio, è stato ampiamente dimostrato (Morris e Al. 1993) che nella popolazione con patologie mentali (come ansia, depressione, schizofrenia e disturbi del comportamento alimentare) vi è un aumento della mortalità pari a 3,5 volte in più rispetto alla popolazione generale non depressa con la stessa patologia organica; tale dato si riscontra particolarmente in caso di malattia cardiocerebrovascolare, oncologica e dismetabolica.
Il compito dello psiconcologo, quindi, è approfondire l’impatto psicologico e sociale che la malattia oncologica ha sulla vita del paziente e della sua famiglia.
Il cancro, infatti, più di ogni altra malattia richiede al paziente un continuo sforzo fisico e mentale di adattamento e senza l’aiuto di un’équipe esperta sarebbe difficile preservare nel malato un’integrità psichica e fisica, continuamente minacciata dal ricordo delle esperienze passate, dalla percezione di una vicina minaccia di morte e dalla sensazione di non avere le forze per risollevarsi. 

Fonte: dica33.it