Lo psicologo Aric Sigman in un articolo pubblicato su Biologist, il giornale dell’Institute of Biology inglese, afferma che la perdita di contatti reali e di relazioni interpersonali «dal vivo» ha effetti biologici sull’ organismo. In primo luogo può alterare il modo in cui i geni lavorano, poi può interferire con le risposte immunitarie, i livelli di ormoni, la funzionalità delle arterie e infine può influenzare le performances mentali, quindi aumenta il rischio di malattie serie.

I siti di social networking, creati per stimolare l’interazione fra le persone, in realtà hanno contribuito a isolarle. Sigman sostiene che «Non ci sono prove che dimostrino un effetto positivo dei social network sulla capacità di socializzare, ma esistono prove che invece ne fanno emergere un lato negativo, almeno per la salute». Secondo la nuova ricerca il numero di ore che le persone (in questo caso i cittadini britannici) trascorrono interagendo faccia a faccia con gli altri si è ridotto drasticamente dal 1987, parallelamente alla diffusione dei mezzi elettronici. E in meno di vent’anni è triplicato il numero di individui che affermano di non avere nessuno con cui discutere di problemi importanti.

Non solo il mondo virtuale mina la salute ma, aggiunge Sigman, impoverisce i rapporti sociali e la capacità delle persone di leggere il linguaggio del corpo. Un panorama davvero preoccupante. Ma non tutti sono d’accordo. Analizzando nei dettagli il lavoro, c’è chi sottolinea il fatto che in realtà si tratta di una ricerca «compilativa», con tanto di citazioni, ma diversa dai classici lavori scientifici pubblicati normalmente da riviste del calibro di Nature o Scienze. Il dibattito, quindi è tutto aperto.

Fonte:ilCorriere.it