Puntate settimanali che diventano sempre più frequenti fino a sfiorare l’ossessione, occhi incollati a uno schermo in attesa dell’ultima corsa di cavalli, notti bruciate davanti a una macchinetta. La mania del gioco ha mille facce e tenta da 900 mila a 1,8 milioni di italiani. Un esercito di potenziali malati di gioco. E’ il quadro da Achille Saletti, criminologo e presidente dell’associazione Saman, no profit che opera nel settore della prevenzione, del recupero e del reinserimento socio-lavorativo delle vittime di dipendenze (alcol, droga, farmaci). L’esperto, con un team di 4 psicoterpauti (due con sede a Roma e due a Milano), tenterà di ‘stanare’ i giocodipendenti andandoli a cercare nella Rete.

Grazie a un progetto, sponsorizzato dalla società Gioco digitale, operatore di gaming online fra i pionieri del poker virtuale in Italia, che prevede uno sportello di consulenza e orientamento via web per le persone a rischio e i giocomaniaci. "C’è la massa di giocatori occasionali – gente che gioca ogni tanto il superenalotto o punta qualche euro sulle partite di calcio – che rappresentano l’80% della popolazione, e ci sono gli ‘habitué’ del gioco (13%). Ma fra loro si nascondono anche situazioni al limite della patologia e vere e proprie manie", spiega Saletti. Si stima che gli italiani che rischiano di cadere nelle trappole delle ludopatie, vere e proprie dipendenze più o meno gravi, rappresentino una fetta che va dall’1,5% al 3%.

La nuova moda che sta conquistando l’Italia: dal gioco compulsivo all’attrazione ‘fatale’ per il gioco d’azzardo. Manie che si alimentano pescando nel ricco portafoglio di giochi e scommesse, disponibili sul mercato legale e in quello sommerso, oggi anche online.