Si tradisce anche per ripicca e per noia; ed ecco che Willi Pasini, ci descrive le tipologie del fedigrafo: il seduttore, il trasgressore e il sessodipendente.
Per amore, ma anche per noia, per ripicca, per paura della vecchiaia, perché le tentazioni sono troppe, per «rinforzare» una identità sessuale confusa. Sono tante le ragioni che spingono al tradimento, ormai derubricato da peccato mortale a prosaico fatto comune. Se ne parla nel libro di Willy Pasini «Amori infedeli. Psicologia del tradimento». Tradire può essere un incidente di percorso in una relazione, anche in una coppia molto affiatata. Ma la psicologia di chi tradisce sistematicamente va ricondotta, secondo il sessuologo, a precise tipologie.
IL SEDUTTORE – Per lui (o lei) sedurre è un atto vitale, come respirare. Sono i traditori per eccellenza, quelli che non vedono nell’altro una persona, ma trovano piacere nell’affascinare qualcuno, spesso più giovane, e soprattutto nel farlo sapere a tutti.
IL TRASGRESSORE – Cerca l’emozione intensa, per lui il piacere vero è solo quello proibito: le coccole sotto le lenzuola con il partner istituzionale lo fanno sbadigliare.
IL SESSODIPENDENTE – Spesso introdotti al sesso troppo precocemente, persino da bambini, questi soggetti sono spinti da una irrefrenabile voglia di sesso fine a se stesso: per loro la passione è solo fisica.
DOPPIA VITA – Un tempo, poi, l’adulterio era un dramma morale, una macchia che poteva costare anche la vita e travolgere intere esistenze. Oggi il problema si riduce quasi solo a tenere il partner il più possibile all’oscuro di tutto, almeno fino a quando non si imponga una netta scelta di campo. Come gestire, quindi, una doppia vita? C’è chi ricorre alla tecnica delle «famiglie parallele», due nuclei speculari organizzati nella stessa maniera tra i quali il fedifrago può migrare senza complicazioni. C’è chi è costretto, per le ragioni più disparate, a privilegiare un nucleo familiare «forte», ma continua a tradire il partner in modo furtivo per alimentare il proprio inguaribile narcisismo. Più comoda, anche se decisamente più costosa, la doppia vita geografica (una moglie a Venezia e una a Napoli, per intenderci), anche se è un tipo di menage accessibile solo a direttori d’orchestra, manager di multinazionali, uomini politici. La doppia vita può essere anche etero/gay, una moglie da una parte e un fidanzato dall’altra: si tratta di una organizzazione sentimentale più frequente di quanto si pensi. Infine, alla portata di tutte le borse e tutto sommato «indolore», la doppia vita virtuale: la moglie dorme serena a letto, mentre lui fa «una ricerca su internet» che si protrae fino alle ore piccole.
Fonte: Corriere.it